Io accolgo. Due parole semplici, chiare e comprensibili a tutt@.
Sono quelle che identificano la nuova campagna che il 13 giugno è stata lanciata a Roma con un’azione simbolica in piazza di Spagna, per ricordare che accanto all’Italia del rifiuto e dell’intolleranza c’è quella della solidarietà, dell’umanità e dell’accoglienza che dovrebbe essere pubblica, ma che leggi ingiuste e strategie politiche ciniche tendono a indebolire e a delegittimare.
Lunaria fa parte delle 46 organizzazioni promotrici di Io accolgo e ti invita a partecipare alle prossime iniziative.
Il 13 giugno ci ha consegnato una bellissima immagine di piazza di Spagna coperta d’oro e nell’era della comunicazione 2.0 le immagini contano molto. Ma gli obiettivi e le iniziative delle organizzazioni riunite nella campagna vanno ben oltre una scenografia preparata a sorpresa in una delle piazze più belle del mondo, nel mezzo dell’estate.
Io accolgo. Quell’Io ci invita a metterci la faccia, a sporcarci le mani e rinvia a un Noi, al collettivo composto dalle molte persone e organizzazioni che l’hanno promossa, ma soprattutto ai molti Noi che negli angoli delle nostre città e dei porti chiusi con la forza, continuano a pensare che i diritti o sono per tutti o non sono per nessuno.
C’è innanzitutto la volontà di dare voce e sostegno concreto a chi non ce l’ha: i richiedenti asilo, cacciati da un giorno all’altro da un centro di accoglienza; i titolari di protezione che, a seguito dell’entrata in vigore della legge 132/2018, sono stati proprio espulsi dal sistema di accoglienza istituzionale, ma anche le centinaia di associazioni e gruppi locali, famiglie e singole persone che l’accoglienza, la solidarietà e l’inclusione sociale la praticano personalmente ogni giorno, ma non fanno notizia. I volontari che fanno i corsi di italiano gratuiti; i giuristi che hanno promosso decine di ricorsi contro le discriminazioni, come quelli di Asgi; i sindacati che promuovono vertenze sul lavoro, non dimenticando che le politiche del rifiuto significano anche perdita di lavoro per molti; gli studenti e gli insegnanti della rete Saltamuri, che l’inclusione e l’accoglienza la praticano nelle scuole; i giovani del Congi, che sanno molto meglio di altri cosa significhi vedere negati i propri diritti; le reti che, in collaborazione con i Comuni, hanno gestito centinaia di progetti Sprar in tutto il Paese, come Arci, Caritas, Centro Astalli o Cnca. Infine le singole persone che di fronte a un’aggressione xenofoba o razzista reagiscono, prestano soccorso e protezione.
Il razzismo e la xenofobia si combattono anche con l’accoglienza.
E poi c’è l’obiettivo di moltiplicare e rafforzare queste esperienze, invitando tutt@ e ciascuno ad assumere la propria responsabilità, nessuno escluso: singoli e associazioni, amministratori e comitati locali, artisti, cantanti e sportivi, studenti e lavoratori.
La prima cosa che tutti possono fare è firmare il manifesto della campagna disponibile sul sito di Io Accolgo, seguire la pagina Facebook e contribuire a far conoscere la campagna, sia online attraverso l’hashtag #ioaccolgo, che esponendo la coperta termica dai propri balconi.
Secondo: tutti possono acquistare una coperta termica – o ritirarla nei punti di distribuzione che si stanno allestendo nelle diverse città – ed esporla dal proprio balcone di casa. Puoi consultare qui gli indirizzi delle sedi in continuo aggiornamento: A Roma le coperte sono disponibili anche presso la nostra sede di Lunaria, i n via Buonarroti 39 e possono essere ritirate tra dalle 10 alle 13 e dalle 14 alle 18.
Terzo: aderire o contribuire a creare un comitato locale di Io Accolgo sul proprio territorio sarà la sfida delle prossime settimane, per organizzare momenti di informazione e di discussione pubblica nel mondo del lavoro e dello sport, iniziative culturali, partecipare alle tavolate italiane senza muri o sostenere il sistema dell’accoglienza in famiglia.
Quarto: è ormai diffusa in molte città la rete dell’accoglienza famiglia, chi vuole farne parte può rivolgersi alla rete di RefugeesWelcome.
Molte altre iniziative sono in preparazione e si sta già pensando a portare la campagna #ioaccolgo nelle scuole il prossimo anno.
Perché una cosa è certa: l’unico modo per (ri)costruire una società inclusiva e solidale è agire dal basso, per costruire, raccontare e moltiplicare una miriade di altre storie, diverse da quella che, per esempio, ha vissuto pochi giorni fa il giovane senegalese di 27 anni, ospite di un centro di accoglienza, insultato con epiteti razzisti e aggredito da due uomini in mezzo alla strada a Fertilia (Alghero).