L’incertezza, la paura ma anche la solidarietà e molte buone idee per il futuro. Il 2020 è stato un anno scioccante per chiunque, sicuramente difficile da dimenticare, ma è stato anche l’anno della solidarietà e vale la pena raccontarlo. Oggi condividiamo la nostra esperienza tra i volontari romani.
Il 2020 ha messo la nostra associazione, come il resto del mondo, di fronte a uno scenario inedito e doloroso, e ha stravolto le nostre prospettive, progetti e attività quotidiane.
Naturalmente la situazione legata all’emergenza sanitaria ci ha anche posto davanti a molteplici difficoltà logistiche nella realizzazione dei campi di volontariato internazionali, uno degli ambiti principali in cui siamo impegnati. Lo scorso Luglio abbiamo dunque dovuto prendere la difficile decisione di cancellare la stagione estiva dei workcamps per il 2020.
Non siamo però mai stati immobili di fronte a tutto questo: quello che un’organizzazione attiva come Lunaria può fare è indubbiamente adattarsi alle situazioni nuove. Nel riflettere su come reinventare la nostra quotidianità, il pensiero che ha accomunato tutti e tutte fin da subito è stato “se non possiamo intervenire a livello internazionale, allora ci impegneremo localmente”.
Grazie ai suoi partner locali, il team di Lunaria ha infatti portato avanti, durante l’estate, diversi progetti sul territorio, a supporto di varie iniziative e realtà a noi vicine.
La prima esperienza che abbiamo intrapreso riguarda il volontariato nel 4 Stelle Hotel, un ex albergo sito nella periferia est di Roma che ospita circa 500 persone tra adulti, bambini e anziani, in gran parte migranti provenienti da tutto il mondo. Insieme, gli abitanti sono riusciti a ridare vita all’albergo abbandonato, condividendo spazi comuni attraverso un processo di autorganizzazione interna: dai turni di pulizia, ai lavori di ristrutturazione. Una realtà caratterizzata da un vissuto quotidiano pieno di ostacoli, non per ultimo quello di dover conciliare i bisogni e gli interessi dei gruppi eterogenei che compongono questa realtà multiculturale.
Nonostante le difficoltà preventivate, i nostri volontari sono stati subito accolti dalla comunità, partecipando a diverse attività, tra le quali quelle di riordino e distribuzione del vestiario e dei libri donati da privati, e la costruzione di spazi comuni. Dall’area giochi, alla nursery, alla biblioteca, è stato un momento di grande emozione vedere i bambini scoprire le novità che pian piano stavano prendendo forma.
La seconda esperienza riguarda la collaborazione con il gruppo ReFoodGees, con il quale siamo stati impegnati per diversi mesi, il quale si occupa di recupero e distribuzione gratuita delle eccedenze alimentari. L’obiettivo dell’associazione è quello di combattere lo spreco alimentare: ogni settimana, infatti, all’interno dei mercati rionali, centinaia di chili di beni alimentari rimasti invenduti, ancora perfettamente idonei al consumo, vengono gettati via. Per contrastare questo fenomeno i volontari di Lunaria hanno incontrato i volontari di ReFoodGees tutti i sabati, collaborando alla raccolta e redistribuzione del cibo invenduto dai banchi. Fondamentale, ovviamente, è stata la partecipazione dei mercanti e i gestori dei banchi del Mercato Esquilino di Roma, i quali ormai collaborano da tempo in maniera sistematica a quest’operazione anti-spreco alimentare e che si sono mostrati sempre volenterosi nel mettere a disposizione quante più risorse possibili. Tra la raccolta, la selezione dei prodotti e la distribuzione, la giornata di lavoro passa più che velocemente!
La terza attività ha riguardato la partecipazione all’organizzazione e la realizzazione di un centro estivo per bambini dai 2 agli 8 anni, all’interno del parco Carlo Felice, insieme all’associazione Amici del Parco Carlo Felice. I nostri volontari hanno seguito i bambini in svariate attività ricreative, artistiche e sportive, affiancati da educatori, per il periodo di Giugno-Luglio.
Per tutti coloro che sono stati coinvolti, è stata una boccata d’aria fresca dopo tanti mesi di stretto distanziamento sociale: incontrare bambini e genitori di origini diverse, capire il loro modo di pensare attraverso le attività di disegno, e ascoltare le loro storie personali è stata un momento di rinascita per tutti. Per i nostri volontari, poi, è stata un’occasione interessante per prendere parte ad una attività con un target-group così diverso da quello con cui sono soliti lavorare.
E per quanto riguarda gli adolescenti? Ci siamo chiesti se sapessero cosa fosse l’hate speech, se avrebbero avuto interesse a sapere come autoprodurre cosmetici in casa, oppure se fossero a conoscenza delle conseguenze che gli stereotipi hanno all’interno della nostra società.
Così, in poco tempo, abbiamo organizzato insieme agli operatori del centro giovanile BITT, una serie di workshops a tema che hano rapito l’interesse dei giovani frequentatori del centro!
Ambiente, parità di genere e antirazzismo, i ragazzi e le ragazze che frequentano il centro sociale e vivono la periferia romana di Cinecittà, hanno partecipato con dinamismo e interesse a tutte le attività che gli abbiamo proposto. “Sono stata molto sorpresa dalle loro risposte, sono molto svegli. Non mi ricordo di essere stata così interessata alla società quando avevo la loro età” ci diceva Clara – volontaria in Servizio Civile Francese con noi – alla fine dei workshops. Non solo per i giovani, ma anche per i volontari, è stato molto positivo questo scambio.
Se è possibile trarre qualcosa di positivo dall’anno passato, per noi è stato riacquistare con ancora più forza la consapevolezza dell’importanza dei principi fondanti del volontariato, in un periodo in cui si è reso ancora più evidente il bisogno reale di interventi a supporto dei singoli e delle comunità, di qualsiasi entità sia possibile realizzare.
Oltre al contributo positivo che speriamo di aver dato alla comunità, le attività in cui siamo stati coinvolti ci hanno aiutato a sentirci utili e connessi in un momento in cui era difficile per tutti ritrovare sé stessi in un mondo così lontano dalla normalità, e ci hanno permesso di farci forza l’un l’altro per superare lo smarrimento momentaneo, attendendo con fiducia un periodo migliore, in cui poter tornare ad attuare i nostri progetti con entusiasmo ancora maggiore.
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