Come si può parlare di genere attraverso il teatro? Noi lo abbiamo fatto grazie al programma Erasmus+, con il Teatro dell’Oppresso e il Teatro Labirinto nel progetto ATHENA

ATHENA – Youth Work Tools and Artistic methodologies on Gender sensitive issues è un progetto finanziato dal programma Erasmus+ che mira a condividere e sperimentare strumenti del metodo del Teatro dell’Oppresso di Augusto Pinto Boal e del Teatro Labirinto, per affrontare il tema delle questioni di genere con attivistǝ, operatorǝ giovanili e formatorǝ professionali provenienti da Francia, Grecia, Portogallo, Romania, Spagna, Turchia e Italia.
Il progetto include due esperienze residenziali di formazione (Training Courses) il cui obiettivo principale è arricchire la formazione di operatorǝ giovanili e attivistə con tecniche teatrali e attività nuove per approfondire il tema delle questioni di genere. Il percorso formativo è facilitato attraverso gli strumenti di Educazione Non Formale (NFE) e verrà creato e condiviso un Toolkit con tutte le tecniche, le attività e le proposte fatte!
Il primo Training Course: Teatro dell’Oppresso
Dal 16 al 24 Aprile 2023, si è tenuto in Italia il primo Training Course focalizzato sulla tecnica del Teatro dell’Oppresso di Augusto Pinto Boal, presso La Casa Laboratorio il Cerquosino, Orvieto (TR).
Già dal giorno dell’arrivo, i/le partecipanti sono statǝ accoltǝ dal gruppo di formatorǝ attraverso un percorso di tavoli e sedie, segnato da un tessuto rosso che indicava il percorso da seguire. Alla fine di questo tessuto rosso posto sul pavimento, si sono ritrovatǝ nella sala dove avrebbero svolto la maggior parte delle attività della formazione.
I primi giorni è stata prevista una fase di preparazione in cui i e le partecipanti hanno preso confidenza con le prime attività di Teatro dell’Oppresso esplorando lo spazio intorno a loro e l’espressione di diverse emozioni esclusivamente attraverso i movimenti del corpo o solo con lo sguardo.
Dopo queste attività di preparazione sono state introdotte tecniche del Teatro dell’Oppresso e più specificatamente di Boal.
Augusto Pinto Boal è stato un regista, politico e scrittore brasiliano le cui tecniche si sono diffuse per tutta l’America Latina durante gli anni 60. In particolare il Teatro dell’Oppresso si origina dall’interesse del regista per Paulo Freire e la Pedagogia degli Oppressi che spingerà Boal a portare il teatro tra la gente comune e farlo diventare uno strumento per il cambiamento sociale e politico.
Grazie alla sperimentazione di questo strumento, i ragazzi e le ragazze hanno messo in scena storie legate alle questioni di genere ispirandosi a situazioni vissute personalmente o che li hanno particolarmente e personalmente colpiti. Attraverso le tecniche del Teatro dell’Oppresso di Boal, è stato possibile per loro di interrogarsi di più sulle dinamiche di discriminazione e violenza che ogni giorno possono accadere e di capire insieme come e se agire: se siamo pronti e pronte a cambiare le cose!


“Respect” was the thing that I learned most from this project. Before it, I often used to criticize people about the way they think or the way they look, during the project I tried to not do that and it worked. When I want to criticize anybody while working I stopped myself and let my brain think about it which helped me so much. And this is the most important thing that I will always bring with me anywhere I go.
“Rispetto” è la principale parola che ho imparato durante il progetto. Prima, criticavo spesso le persone per come pensano o come appaiono, ma durante questo progetto ho provato a non farlo e ha funzionato. Quando sento di voler criticare qualcuno, mi fermo e provo a prendermi un momento per pensare a cosa sto dicendo, questo mi ha aiutato tantissimo. Questa è la più importante lezione che porterò con me ovunque.
I think I will always carry some very powerful visions that Barbara shared during the training that transcend to the way of inhabiting daily life.
Credo che porterò sempre con me alcune visioni molto potenti che Barbara ha condiviso durante il training e che trascendono nel modo di abitare la vita quotidiana.
The humor of Argiro and Carlota’s food 🙂 But to be more serious, I was able to release some of my protective walls during this training and I feel more free and I value my voice much more and I feel more pro-active in my life already and I really learned that power doesn’t mean force or violence, but it can come in many ways, and it’s my place to discern how to manifest it in the day to day life.
L’umorismo di Argyro e il cibo di Carlotta 🙂 Per essere più seria, sono stata in grado di abbassare alcuni dei miei muri protettivi durante questa formazione e mi sento più libera. Dò molto più valore alla mia voce e mi sento più proattiva. Ho davvero imparato che il potere non significa forza o violenza, ma può arrivare in molti modi, ed è mio compito scegliere come manifestarlo nella vita quotidiana.