Un’esperienza di crescita umana e professionale, che consentite di esplorare il dietro le quinte del mondo del volontariato e come funziona il suo motore: ecco cosa significa fare un ESC! Ce lo ha raccontato Carmela, dopo aver trascorso 10 mesi in Spagna.
Carmela Piccirilli ha vissuto in prima persona l’esperienza del volontariato a lungo termine, grazie al programma ESC ( Corpo Europeo di Solidarietà): per 10 mesi ha collaborato negli uffici di Barcellona del nostro partner catalano COCAT, supportando lo staff nella gestione della stagione dei campi di volontariato estivi, durante lo scorso anno 2022.
Lunaria segue passo passo i suoi volontari e volontarie che decidono di partire, che sia per un’esperienza a breve termine o una a lungo termine. Solitamente, alla fine del percorso, chiediamo a tuttə di consegnarci un feedback, sia per migliorare il nostro lavoro interno di collaborazione con la rete di patners, sia per trasmettere a tuttə coloro che siano indecisə un punto di vista realistico, che lə aiuti a capire cosa significhi fare volontariato con gli ESC.
Questa è la testimonianza che ci ha consegnato Carmela e che siamo felici di farvi leggere.
Una visione personale sul volontariato
“Empatia, aiuto per il prossimo, sensibilizzare, altruismo: sono solo alcune delle tante parole che racchiudono il significato del volontariato. Ma, tra le suddette, in base alla mia esperienza, credo che sia l’empatia quella che ne denota principalmente il concetto.
Infatti, citando la definizione del termine “empatia” dal dizionario Treccani, apprendiamo che essa delinea “la capacità di comprendere lo stato d’animo e la situazione emotiva di un’altra persona, esprime l’immedesimarsi nell’altro, rappresenta uno dei fenomeni di partecipazione intima per realizzare la comprensione estetica”.
Dunque, bisogna essere empatici per affrontare una qualsiasi esperienza di volontariato, poiché attraverso quest’ultimo ci ritroveremo a vivere delle situazioni diverse che mai avremmo immaginato e che, nella maggior parte dei casi, saranno ben lontane dal nostro quotidiano stile di vita.
Di conseguenza, ogni persona che decide di iniziare un percorso simile deve comprendere come immedesimarsi negli altri poiché in questo modo potrà dare una mano al prossimo e crescere emotivamente donando il suo contributo alla società. D’altro canto, sarà proprio la nostra esperienza di volontariato ad aiutarci a essere empatici mettendoci pian piano in discussione con noi stessi agendo nel miglior modo possibile dinanzi alle più svariate circostanze.
Ecco, per questa ragione penso che la scelta più adatta per descrivere il volontariato in tutte le sue forme sia utilizzare la parola “empatia”; e in base a quanto su menzionato, posso qui parlare in prima persona affermando che una tale esperienza ha cambiato anche me e il mio modo di essere: ciò che quindi sarà l’oggetto del presente articolo.
Le diverse sfumature del volontariato
Come è stato scritto in precedenza, il volontariato racchiude in sé un mondo pieno di distinte possibilità che portano una qualsiasi persona a trovarsi di fronte a situazioni particolari che forse prima non aveva mai vissuto. Di fatto, possiamo dire che il volontariato è formato da differenti sfumature, le quali in base allo specifico progetto scelto da quella singola persona, donano una certa peculiarità a tale determinata esperienza, e proprio per questo si può trattare del motivo per il quale esso sia stato definito un percorso di crescita.
Di conseguenza, tante sono le strade che si possono intraprendere tramite il volontariato, sia nel proprio Paese che all’estero, come ad esempio quella dei progetti brevi che possono durare solo due settimane o un mese, oppure quella dei più lunghi che vanno dai tre ai sei mesi fino ad arrivare in alcuni casi a un intero anno. Così come sono molte le tematiche affrontate nelle suddette esperienze, quali: tematiche sociali, ambientali, archeologiche, migratorie, culturali, educative, ecc.
Quindi, tali progetti possono abbracciare diversi settori lavorativi, per cui una persona avrà la possibilità di sceglierne uno o più di uno in relazione al proprio percorso di studi conseguito o che sta svolgendo, ottenendo successivamente un’esperienza di formazione o di professione nel proprio determinato settore di specializzazione o nel campo di suo interesse per il quale desidera approfondire la conoscenza.
Questo ci fa capire come il volontariato possa offrire a chiunque una meta di crescita aiutandoci a mettere in pratica le nostre qualità, ad aprirci nuove porte e allargare i nostri orizzonti, esso ci permette sempre di scoprire differenti aspetti della vita per poter cambiare la percezione che abbiamo di essa, ed è per questo che viene definito come un mondo formato da diverse sfumature, un mondo che quindi ha colpito in positivo anche me e che racconterò qui a seguire.
Il mio percorso di crescita attraverso il progetto ESC alla ONG COCAT (Barcellona)
Tutt’oggi il volontariato ha occupato tre anni della mia vita: tre esperienze distinte, ma piuttosto simili tra loro, tre avventure, tre esperienze di formazione, tre esperienze lavorative, tre cambiamenti, tre realtà differenti.
Mi ritengo parte di quella cerchia di giovani che hanno utilizzato il volontariato come fonte di formazione professionale, ma che allo stesso tempo hanno avuto modo di conoscere un mondo nuovo e confrontarsi con differenti situazioni.
Di fatto, dopo aver vissuto due precedenti attività di volontariato (una svolta tramite il tirocinio per l’insegnamento della lingua italiana agli stranieri, e la successiva nel settore immigrazione attraverso il Servizio Civile Nazionale) arriviamo a quella attuale del progetto ESC a Barcellona con la ONG COCAT.
Le ragioni che mi hanno spinto a svolgere il suddetto ESC sono principalmente queste: il desiderio di avere un’esperienza lavorativa in linea con il mio percorso di studi in un Paese estero; il ritorno in Spagna (dato che qualche anno fa ho svolto a Siviglia un progetto di Erasmus+ per studio all’università); la voglia di rimettermi in gioco vivendo un distinto tipo di formazione; il voler vivere una forma di volontariato diverso da quello fatto in Italia e confrontarne le differenze; ed ovviamente avere l’occasione di inserirmi in una nuova cultura e realtà.
Dunque, ora che ho terminato il mio percorso presso COCAT, posso affermare che un tale progetto ESC ha pienamente soddisfatto le mie richieste rispecchiandosi in quel che abbiamo definito “volontariato come percorso di crescita”, e qui di seguito ne descrivo le ragioni.
COCAT è una ONG che si occupa di gestire progetti di volontariato di breve e lunga durata in Catalogna e fuori dalla Spagna per conto di altre associazioni, ed essi sono i cosiddetti workcamps/campi di volontariato (o campos de trabajo in castigliano e camps de treball in catalano). Qui nell’ufficio COCAT ho ricoperto principalmente un ruolo di supporto nell’area incoming, ossia l’area che gestisce i workcamps di breve durata in Catalogna per ragazzi catalani e stranieri dai 18 ai 29 anni.
Come accennato in precedenza, ho scelto di intraprendere la strada di un simile progetto soprattutto perché lavorando per questa ONG avrei avuto la possibilità di apprendere un nuovo lavoro che comprendesse in parte il mio percorso di studi, avendo così l’opportunità di perfezionare le competenze in riferimento ad esso.
Quindi, a livello professionale, operando all’interno dell’ufficio COCAT, ho migliorato le mie abilità lavorando in un ambiente internazionale, ho imparato a gestire tutta la fase di organizzazione di un progetto in partenza (quella dei workcamps in Catalogna nel mio caso), potenziando anche le competenze nel settore amministrativo.
Sono stata molto felice di occuparmi anche di questioni collegate all’area comunicazione, realizzando il materiale informativo e promozionale sui vari progetti dell’associazione (come la creazione della rivista annuale COCAT 2022 e degli infosheets su tutti i campi di lavoro internazionali in Catalogna), potendo così sviluppare anche competenze grafiche e creative. Ho, infine, avuto modo di migliorare e approfondire il settore della progettazione, scrivendo e traducendo in inglese, castigliano e catalano i contenuti testuali informativi (come post e notizie) per la pagina web della ONG e per i social networks. Inoltre, ho acquisito capacità nell’organizzazione di eventi collegati alle sessioni di formazione per i ragazzi partecipanti ai workcamps.
Svolgere un volontariato all’estero con gli ESC, anziché nel proprio Paese, aiuta a sviluppare sé stessi, ad apprendere una nuova lingua, a conoscere nuove persone e culture, a mettersi costantemente in discussione, a scoprire i propri limiti, a interagire in un nuovo contesto vivendone la sua diversa realtà. In poche parole, come tanti altri progetti all’estero di studio e lavoro, anche con il volontariato si ha la possibilità di allargare i propri orizzonti e, forse, di arricchirsi ancor di più, grazie alla varietà di programmi da scegliere in base alle preferenze di ognuno.
Pertanto l’esperienza a COCAT mi ha dato l’opportunità di vivere tutto questo per un intero anno. Di fatto, ho imparato una nuova lingua, il catalano, che forse mai avrei pensato di apprendere se non avessi trascorso un periodo in Catalogna, e naturalmente – vivendo il mio secondo anno in Spagna, dopo l’esperienza di studio a Siviglia – ho potuto approfondire e potenziare ancor di più il mio castigliano.
Il progetto ESC a Barcellona mi ha dato l’occasione di conoscere un altro lato della terra spagnola, poiché dopo l’Erasmus in Andalusia, in cui ho conosciuto la sua cultura e le sue particolari tradizioni, ho potuto invece qui far parte di un’avventura peculiare, scoprendo quindi un distinto modo di vivere e una ricca cultura, partecipando ai suoi eventi tradizionali più famosi, sorprendendomi di come la gente del luogo sia molto legata al proprio passato storico-culturale e alle proprie tradizioni.
Oltretutto, durante quest’anno ESC, ho avuto l’opportunità di viaggiare tra le tante cittadine nei dintorni di Barcellona, sia in modo autonomo, che tramite COCAT. Ho anche avuto la possibilità di lavorare come camp leader in uno dei work camp della Catalogna da noi organizzati, grazie al quale, infatti, ho potuto avventurarmi in altri luoghi circostanti e sperimentare il contesto di un campo di lavoro.
Inutile ribadire che un’esperienza simile all’estero ti permette di essere continuamente in contatto con persone di ogni parte del mondo: ognuna con il proprio bagaglio di conoscenze, con la propria identità, i propri sogni e progetti futuri, che assomigliano ai tuoi. Mi reputo fortunata ad aver vissuto ancora una volta queste amicizie speciali, che contribuiscono sempre a farmi crescere, aiutandomi a scoprire altri aspetti di me stessa.
Pertanto, quello che ho descritto può sembrare familiare a qualsiasi persona che abbia avuto l’occasione di trascorrere un periodo all’estero per studio, lavoro o altro. Ho realizzato che un progetto di volontariato, al pari di tanti altri progetti, come i tirocini all’estero ad esempio, è utile alla propria crescita, essendo anch’esso un completo percorso di crescita professionale e personale. Così come il vivere nuovamente un’esperienza lontano dalla propria terra, o nello stesso Paese straniero, può continuare a sorprenderci, facendoci conoscere sfumature diverse di quello stesso Paese e arricchirci di nuove avventure.
Il progetto ESC a Barcellona con COCAT per me si è rivelato una continua fonte di rinnovo, scoperta, sviluppo, crescita, cambiamento, incontro di nuove realtà, ricchezza personale e professionale. In poche parole, un continuo reinventarsi che mi ha fatto sentire viva ed è per questo motivo che incito chiunque a iniziare un percorso di crescita simile, se si desidera ottenere una completa ricerca di sé stessi e del mondo circostante.