L’accesso ai più alti gradi della formazione è uno di quei principi fondamentali per cui il contenuto delle nostre leggi si distanzia in modo più profondo dalla realtà che vivono coloro che vogliono accedere agli studi universitari. La rimozione degli ostacoli di ordine economico e sociale che limitano la libertà e l’uguaglianza dei cittadini ed il principio per cui lo Stato deve intervenire per garantire l’accesso agli studi per i privi di mezzi sono molto distanti dalle storie di borse negate, di attese negli uffici, di parametri che da un giorno all’altro escludono dall’accesso ai servizi che gli studenti vivono sulla loro pelle tutti i giorni.
Ad oggi la normativa in materia di Diritto allo Studio Universitario è quantomeno lacunosa e i fondi destinati dallo Stato alle borse di studio sono sempre insufficienti a garantire la copertura totale degli idonei alla borsa. Il diritto allo studio pesa ormai per il 42% sulle spalle degli studenti stessi che vi provvedono tramite la tassa regionale per il diritto allo studio. La combinazione di carenze statali e regionali provoca profonde sperequazioni tra le diverse zone d’Italia che si traducono nella penalizzazione degli studenti che provengono dalle aree più povere del paese, in particolare dal meridione.
La scelta, trasversale ai Governi di ogni colore negli ultimi anni, di trascurare l’investimento in formazione superiore ha portato delle evidenti conseguenze: il numero dei laureati tra i 25 e i 34 anni nel 2013 è inferiore alla metà della media dei paesi europei. L’insufficienza delle risorse destinate al Diritto allo Studio e la totale inefficacia del sistema attuale si può riconoscere facilmente dal tasso di diplomati che decidono di iscriversi ad una percorso universitario. Negli anni della crisi la percentuale è scesa dal 65,8 al 55,7 con la perdita di più di 40.000 matricole.
Come studenti e studentesse riteniamo che questa situazione non sia più sostenibile e abbiamo deciso di mettere in campo una nostra proposta nazionale di legge sul diritto allo studio per costruire una Nuova Università, col fine di raggiungere la piena gratuità dell’istruzione. Questa legge contiene alcuni obiettivi che riteniamo irrinunciabili a partire da l’innalzamento della soglia per l’accesso al beneficio, una ampia no tax area, l’impegno statale di garantire un finanziamento adeguato per erogare la borsa a tutti gli idonei, fino al reddito di formazione, strumento diffuso in tutta Europa di emancipazione dei soggetti in formazione.
In questa fase molti soggetti si stanno muovendo con l’intenzione di promuovere referendum e proposte a difesa di alcuni settori cruciali per la vita del nostro Paese come la scuola, l’ambiente e il lavoro, che sono stati profondamente colpiti dalle politiche di questo Governo. Vogliamo partecipare a questa fase di mobilitazione mettendo a disposizione di tutti questa legge per un percorso comune e come strumento di aggregazione dal basso di quanti ritengono che garantire il diritto allo studio sia una priorità per tutta la società. Per questo abbiamo scelto di costruire una legge di iniziativa popolare, una proposta aperta che si arricchirà e completerà con il contributo di chi vuole partecipare alla discussione che terremo in merito il giorno 27 febbraio a Roma in un’assemblea aperta a tutte e tutti.
Qui la Legge di iniziativa popolare in pillole
Pe maggiori informazioni, visitate il sito di LINK-Coordinamento Universitario