Cresce in Italia e nel mondo la campagna internazionale #CambiaGiro contro la partenza in Israele del Giro d’Italia 2018!
Oltre 120 associazioni e gruppi in rappresentanza della società civile, del volontariato, della difesa dei diritti civili, per lo sviluppo sostenibile in 20 Paesi hanno sottoscritto l’appello internazionale lanciato dal “Coordinamento europeo di comitati e associazioni per la Palestina” (ECCP) di spostare la “Grande partenza” del Giro d’Italia 2018 da Israele.
In Italia, le adesioni sono oltre 40, tra cui FIOM-CGIL, USB, Pax Christi e Rete Ebrei contro l’occupazione.
Tra gli aderenti anche il noto intellettuale ebreo americano Noam Chomsky, che ha dichiarato recentemente “Sono contrario a ogni evento in Israele usato per scopi nazionalistici o per altre iniziative di propaganda per coprire la sua occupazione e per negare i diritti umani dei palestinesi”.
In Italia, hanno aderito, tra gli altri, l’intellettuale ebreo Moni Ovadia e gli europarlamentari Eleonora Forenza, Sergio Cofferati e Curzio Maltese.
Organizzazioni della società civile palestinese hanno scritto al Papa per chiedergli di rifiutare l’invito di Netanyahu a dare il via alla corsa rosa in Israele.
La campagna è stata riportata da Rainews24, Il Fatto Quotidiano, Associated Press, Ansa e da diversi siti del ciclismo.
Nei giorni precedenti la presentazione del 29 novembre a Milano delle tappe del Giro 2018, in tante città italiane si terranno manifestazioni su due ruote di controinformazione e di protesta:
Con una scelta a dir poco infelice, il Giro d’Italia organizza a Milano la presentazione ufficiale della corsa proprio il 29 novembre, giornata ONU di Solidarietà con il Popolo Palestinese.
E’ ora di pedalare per i diritti dei palestinesi!
Dalla dichiarazione del Comitato nazionale palestinese per il BDS (BNC): “iniziare la corsa da qualunque luogo sotto il controllo di Israele servirà da timbro di approvazione per l’oppressione israeliana dei palestinesi. Il Giro d’Italia avrebbe pensato di iniziare una corsa nell’apartheid in Sud Africa negli anni ’80?”