Troppo spesso la violenza razzista viene narrata solo attraverso i numeri, come una spunta da aggiungere all’elenco di cose da raccontare tuttavia essa ha degli attori e nessuno di questi è estraneo al contesto che lo circonda. Il lavoro di divulgazione e di monitoraggio in Cronache di Ordinario Razzismo vuole restituire come il nostro contesto sociale spinga ad agire in modo razzista; Lo Sportello Contro il Razzismo, invece, vuole restituire riconoscimento e storia a chi la subisce. Lo sportello non ha lo scopo di salvare chi subisce razzismo, ma è un luogo in cui praticare l’antiviolenza.
Quando si subisce un atto violento, per quanto possa essere l’ennesimo – soprattutto per soggetti razzializzati – viene interrotta la propria quotidianità. La violenza razzista può mettere in dubbio la percezione positiva che si ha di sé moralmente o socialmente – Sono una persona buona? Sono un bravo cittadino? – è una specie di punizione per essere usciti da uno spazio sicuro in cui bisogna avere i tratti somatici giusti, la lingua e la cultura giuste o la religione giusta. È cosi che si crea una cesura nella propria identità, con annesso senso di solitudine, di insicurezza e di pericolo, tutte sensazioni che possono inibire qualsiasi tipo di reazione.
Una ragazza straniera subisce costanti aggressioni verbali razziste da parte dei colleghi nel bar in cui lavora, anche davanti ai clienti, nonostante – come sottolinea la ragazza – non riceva «commenti negativi sul mio lavoro dai proprietari del bar» il datore di lavoro al momento in cui ha presentato il problema le ha risposto di non poter fare nulla e suggerito di cercare un altro impiego. In una situazione del genere è facile sentirsi isolati, costretti a dover sopportare comportamenti razzisti e xenofobi. È importante, però, sottolineare che reagire è un diritto ed è legittimo. Reagire raccontando, segnalando, denunciando è sempre legittimo perché rappresenta l’espressione della necessità di ricostruire ciò che una violenza ha avuto il potere di demolire; in questa ricostruzione non si è soli. Ecco il ruolo dello sportello.
Lo Sportello Contro il Razzismo vuole essere uno spazio sicuro, un’alternativa concreta a un sistema che ripropone sistematicamente e sistemicamente la violenza razzista. Attraverso un delicato processo di costruzione della fiducia, lo Sportello vuole fornire ascolto e supporto, anche legale, a chi si ritrova a subire o è testimone di atti discriminatori a sfondo razzista, riconoscendo e tutelando con ogni mezzo necessario quella volontà di reazione che troppo spesso viene oppressa.
Ad esempio, abbiamo segnalato insieme Asgi, Conngi e il movimento italiani senza cittadinanza, come l’accesso alla carta famiglia fosse discriminatorio e inviato una lettera al Ministero delle Pari oppoertunità. Ci è stato segnalato un sito in cui erano presenti varie forme di violenza verbale e lo abbiamo segnalato alla polizia postale. Quando è stato rifiutato l’affitto ad un ragazzo perché straniero abbiamo ascoltato e in seguito segnalato all’UNAR. Questi sono solo alcuni esempi delle molteplici forme che la discriminazione e la violenza razzista possono assumere, ma in ogni caso lo Sportello è pronto a rispondere con voi.
Guardarsi negli occhi è essenziale per superare insieme non solo il trauma stesso della violenza subita, ma anche l’accaduto, trovando soluzioni e, sempre insieme, intervenire.
Come funziona lo Sportello contro il Razzismo
Segnalazione: Si segnala il caso attraverso la mail segnalazioni@cronachediordinariorazzismo.org oppure chiamando al numero 06.8841880 il Lunedì e il Mercoledì dalle ore 10,30 alle ore 13,30 e il Giovedì dalle 10,30 alle 18,30.
Per facilitare il team è necessario identificarsi, situare attraverso data e ora la violenza segnalata e fornire su di essa maggiori dettagli, con eventuale supporto di materiale audiovisivo.
Appuntamento
Sempre attraverso la mail ed il numero di telefono sopracitati si può richiedere un appuntamento allo sportello, aperto tutti i giovedì dalle 16.00 alle 19.00 presso la sede di Lunaria in Via Buonarroti 39 (Metro A Vittorio Emanuele) o telefonicamente e telematicamente. Insieme agli operatori e le operatrici si comprende come intervenire.
Gli interventi
L’intervento può articolarsi in diverse modalità oltre all’ascolto a seconda del caso: può andare dalla segnalazione alla polizia postale o alle istituzioni fino alla denuncia vera e propria. In ogni caso ogni intervento sarà concordato con la persona interessata e adottato solo previa autorizzazione; lo sportello non vuole sostituirsi a chi subisce violenza, ma accompagnare la persona che lo richiede nel processo risolutivo del problema.
Non sei solo vittima, hai una storia ed un tuo vissuto e nel rispetto di questi hai diritto a reagire e tutelarti.