Stanotte ci ha lasciato Goffredo Fofi.
Per noi di Lunaria era una presenza quotidiana. Ci aveva scelto come seconda casa, veniva tutti i giorni in sede a lavorare, e lavorava tantissimo. Si sedeva, ci portava i giornali, ci raccontava. Della sua infanzia, sopratutto, degli anni della formazione, della guerra e delle tante persone che aveva incontrato nella sue vita enorme. Forse perchè amava i giovani e coltivava speranza.
Con lui si rideva spesso. Alzava il suo bastone sulle nostre teste, per scuoterci da torpore e routine, organizzava con noi i suoi mille viaggi con un’agendina sempre piena di impegni e indirizzi. Viaggiava in lungo e in largo per l’Italia, da solo, con una lucidità e un’indipendenza che ha mantenuto fino all’ultimo giorno. Certo, a volte il computer faceva le bizze e il sito dei treni lo faceva impazzire. E chiedeva una mano, con dolcezza. Ci diceva “nella prossima vita, vi adotto”.
Passeggiava rapido per le vie dell’Esquilino, fino a pochi giorni fa, sempre con un impegno, una commissione, un ospite da accogliere a casa con una minestra, un treno da prendere al volo.
Aveva scelto la sede di Lunaria e ci ha donato per tanti anni la sua attenzione e la sua voglia di condivisione, sin da quando aveva fondato, con il nostro Giulio Marcon, le Edizioni dell’Asino. Si era speso anche per l’assemblea dello scorso anno, come se fosse la cosa più naturale del mondo.
Non stava sul piedistallo, anche se avrebbe potuto. Preferiva sedersi accanto a te, ascoltare, confrontarsi, fare una battuta che smontava qualsiasi posa.
Ci mancheranno le sue storie, le risate, la sua presenza libera e vera.
Grazie, Goffredo, per la tua lucidità e per averci fatto vedere che si può restare se stessi sempre. Cercheremo di meritarci, ora più che mai, il tuo affetto.


Domani, sabato 12 luglio, dalle 11 a via Marianna Dionigi 59, sarà aperta la camera ardente. Alle 16, sempre alla Chiesa Evangelica Valdese di Piazza Cavour, lo saluteremo collettivamente.