Si è concluso il 18 Giugno il training europeo realizzato da Lunaria a Zagarolo (RM) che ha coinvolto giovani provenienti da Francia, Germania, Italia, Repubblica Ceca, Spagna, Slovacchia, Turchia ed Ungheria.
I partecipanti sono youth workers e volontari attivi presso le proprie organizzazioni, interessati a sviluppare il tema della partecipazione in maniera interattiva ed innovativa.
Si è concluso il 18 Giugno il training europeo realizzato da Lunaria a Zagarolo (RM) che ha coinvolto giovani provenienti da Francia, Germania, Italia, Repubblica Ceca, Spagna, Slovacchia, Turchia ed Ungheria.
I partecipanti sono youth workers e volontari attivi presso le proprie organizzazioni, interessati a sviluppare il tema della partecipazione in maniera interattiva ed innovativa. Focus del progetto, la riattivazione degli spazi urbani attraverso interventi sul territorio e la promozione di buone pratiche capaci di attivare dinamiche partecipate all’interno delle comunità locali.
Le metodologie utilizzate, basate sui principi dell’educazione non formale che favorisce uno scambio orizzontale delle conoscenze, hanno attraversato la gestione creativa del conflitto, il metodo del consenso, la creazione di mappe concettuali ed hanno portato alla sperimentazione di una nuova forma di cartografia partecipata attraverso l’uso di due nuovi strumenti, Ushahidi e MAP-it.
Il progetto è stato ospitato presso la struttura del Wiki Hostel gestito dall’associazione No Border Onlus ed è stato realizzato grazie al co-finanziamento del programma Youth in Action.
Di seguito il testo elaborato a chiusura del progetto.
Gli spazi pubblici delle città contemporanee si stanno trasformando in luoghi di transito.
La loro progettazione, sempre più inadatta a creare relazioni sociali qualitative, non è innocente e risponde a piani urbanistici pensati per favorire stili di vita stressanti ed individuali.
Ma la necessità di socialità non scompare, r-esiste, anche se le città si stanno convertendo in luoghi asettici, ordinati ed apparentemente “pratici”.
Gli spazi pubblici, storicamente sono i luoghi in cui si costruisce la condivisione ed il vero sentimento di collettività.
Gli esseri umani sono animali sociali ed hanno, per loro natura, la necessità di creare relazioni. Lo spazio pubblico è uno dei migliori luoghi per sviluppare delle sane relazioni sociali.
Come volontari, abitanti, turisti, avvocati, architetti, ingegneri, sociologi, antropologi, lavoratori sociali, economisti, commercianti, clown, siamo creatori di socialità e partecipazione.
Problematizzare la nostra vita quotidiana attraverso un approccio critico costruttivo, ci permette di trasformare la nostra realtà ed i luoghi in cui viviamo.
Per questo motivo, i contributi di tutti gli attori coinvolti nel processo di trasformazione hanno un importanza fondamentale e fanno si che la vita sociale pubblica possa rispondere alle esigenze della comunità.Focus del progetto, la riattivazione degli spazi urbani attraverso interventi sul territorio e la promozione di buone pratiche capaci di attivare dinamiche partecipate all’interno delle comunità locali.
Le metodologie utilizzate, basate sui principi dell’educazione non formale che favorisce uno scambio orizzontale delle conoscenze, hanno attraversato la gestione creativa del conflitto, il metodo del consenso, la creazione di mappe concettuali ed hanno portato alla sperimentazione di una nuova forma di cartografia partecipata attraverso l’uso di due nuovi strumenti, Ushahidi e MAP-it.
Il progetto è stato ospitato presso la struttura del Wiki Hostel gestito dall’associazione No Border Onlus ed è stato realizzato grazie al co-finanziamento del programma Youth in Action.
Di seguito il testo elaborato a chiusura del progetto.
Gli spazi pubblici delle città contemporanee si stanno trasformando in luoghi di transito.
La loro progettazione, sempre più inadatta a creare relazioni sociali qualitative, non è innocente e risponde a piani urbanistici pensati per favorire stili di vita stressanti ed individuali.
Ma la necessità di socialità non scompare, r-esiste, anche se le città si stanno convertendo in luoghi asettici, ordinati ed apparentemente “pratici”.
Gli spazi pubblici, storicamente sono i luoghi in cui si costruisce la condivisione ed il vero sentimento di collettività.
Gli esseri umani sono animali sociali ed hanno, per loro natura, la necessità di creare relazioni. Lo spazio pubblico è uno dei migliori luoghi per sviluppare delle sane relazioni sociali.
Come volontari, abitanti, turisti, avvocati, architetti, ingegneri, sociologi, antropologi, lavoratori sociali, economisti, commercianti, clown, siamo creatori di socialità e partecipazione.
Problematizzare la nostra vita quotidiana attraverso un approccio critico costruttivo, ci permette di trasformare la nostra realtà ed i luoghi in cui viviamo.
Per questo motivo, i contributi di tutti gli attori coinvolti nel processo di trasformazione hanno un importanza fondamentale e fanno si che la vita sociale pubblica possa rispondere alle esigenze della comunità.