Metti un gruppo di giovani provenienti da tutto il mondo, che si ritrova a vivere un’esperienza di volontariato, che non dimenticheranno più, in mezzo alle Dolomiti. Il risultato?
Ce lo racconta Valentina Lazzarin, che quest’avventura l’ha vissuta da coordinatrice 2019 del Workcamp PATHS OF DOLOMITE: il campo di volontariato internazionale che si è svolto tre le cime delle Dolomiti agordine. Assieme al gruppo internazionale hanno percorso stradine di paese, sentieri di montagna, attraversato torrenti e boschi, ma anche lavorato per aiutare la comunità di Agordo a riacquistare il suo splendore….e molto altro!
“Un campanello strano che ti richiama a cercare qualcosa di nuovo, un paio di vecchi scarponi da montagna che ancora non hanno visto tutto, uno scatolone confusionario con ciò che supponevo servisse per un workcamp ed un taccuino con su scritti 8 nomi così diversi tra loro da non capirne quasi la pronuncia….era l’inizio di un viaggio.
Quei nomi scritti sono diventate facce reali il 1° Luglio; erano buffi, spaesati, stanchi per i lunghi viaggi, ma negli occhi ho riconosciuto la mia stessa curiosità e voglia di capire cosa ci aveva fatti arrivare lì nello stesso momento delle nostre vite.
La nostra “casa”, così l’abbiamo soprannominata dopo poco, era una parte della scuola elementare di Agordo, la nostra città ospitante. Agordo è un piccolo centro che fa da porta d’entrata alle Dolomiti Bellunesi. E’ una piccola città di montagna, i cittadini si conoscono l’un l’altro, vivono semplicemente e il fatto di avere 9 volontari internazionali che gironzolavano nel centro e aiutavano la comunità ha rappresentato per loro una scoperta degna di articoli, riconoscimenti e commozione.
Uno dei primi giorni il gruppo è stato impegnato nella pulizia delle vecchie fontane del paese; avevamo con noi un veloce pranzo al sacco ma con nostra sorpresa un anziano signore assieme alla moglie si sono avvicinati per conoscerci ed invitarci a pranzare assieme a loro. Ci hanno raccontato la loro storia, noi abbiamo raccontato loro le nostre.
Agordo e l’area limitrofa sono state colpite da una grande alluvione lo scorso autunno; le guide esperte che ogni giorno collaboravano con noi nel lavoro ci hanno spiegato le gravi conseguenze e il grande impegno con cui la comunità agordina sta cercando di risollevarsi. Abbiamo lavorato 5 giorni a settimana per circa 6 ore al giorno: abbiamo ripulito un lungo tratto del fiume che attraversa la valle dai detriti dell’alluvione, abbiamo collaborato con il CAI (Club Alpino Italiano) di Agordo nella pulizia di due importanti sentieri danneggiati ma riaperti e abbiamo ripulito un centro sportivo oramai in disuso.
Mano a mano che portavamo a termine il lavoro, vedevamo nella comunità sempre più entusiasmo; la soddisfazione nell’aprire un sentiero pulito è davvero grande.
Dopo una giornata di lavoro tornavamo a “casa”, ognuno aveva del tempo libero per riposarsi, leggere un libro, suonare la chitarra, fare la spesa….ma quasi sempre restavamo ancora insieme a vedere il sole tramontare dietro la montagna proprio di fronte alla scuola.
A turno preparavamo la cena, credo di aver assaggiato il più buon pollo sud-coreano del mondo!
Nel tempo libero organizzavamo delle escursioni sulle dolomiti, condividere certi panorami ci ha unito, arrivare tutti assieme ad un’altra vetta ci ha reso quasi una famiglia.
In 13 giorni quegli strani nomi impronunciabili sul taccuino sono diventate persone importanti per me, CONDIVIDERE conoscenze, usanze, RACCONTARSI, SCAMBIARE opinioni, idee, lingue è un’esperienza che arricchisce quella parte dello zaino che chiamiamo CRESCERE.”