Il Comitato per l’Eliminazione della Discriminazione Razziale delle Nazioni Unite (CERD) ha dedicato il 28 agosto 2012 una sessione tematica all’incitamento all’odio “razziale” (Racist Hate Speech) che si è svolta a Ginevra.
Il Comitato per l’Eliminazione della Discriminazione Razziale delle Nazioni Unite (CERD) ha dedicato il 28 agosto 2012 una sessione tematica all’incitamento all’odio “razziale” (racist hete speech) che si è svolta a Ginevra. 8 associazioni italiane (Archivio delle Memorie Migranti, Articolo 3 – Osservatorio sulle discriminazioni, Associazione Studi Giuridici sull’Immigrazione, Associazione 21 Luglio, Associazione Carta di Roma, Borderline Sicilia Onlus, Lunaria, Unione forense per la tutela dei diritti umani) hanno consegnato un rapporto che ha fatto il punto sulla situazione italiana sollecitando da parte del Comitato l’adozione di una raccomandazione generale che consenta di rafforzare a livello internazionale la lotta contro il razzismo. 8 associazioni italiane (Archivio delle Memorie Migranti, Articolo 3 – Osservatorio sulle discriminazioni, Associazione Studi Giuridici sull’Immigrazione, Associazione 21 Luglio, Associazione Carta di Roma, Borderline Sicilia Onlus, Lunaria, Unione forense per la tutela dei diritti umani) hanno consegnato un rapporto che ha fatto il punto sulla situazione italiana sollecitando da parte del Comitato l’adozione di una raccomandazione generale che consenta di rafforzare a livello internazionale la lotta contro il razzismo.
Il rapporto esprime preoccupazione per la diffusione, anche nel nostro paese, di incitazioni all’odio “razziale” nei confronti di immigrati, richiedenti asilo, rifugiati e rom sempre più presenti nel discorso pubblico politico e mediatico.
Si tratta di un passo importante nella storia del nostro paese, in cui la tutela della libertà di espressione sembra prevalere anche quando i messaggi della politica e dei media veicolano contenuti esplicitamente razzisti. Rare le sentenze di condanna in materia (ricordiamo in positivo la sentenza emessa lo scorso luglio dal Tribunale di Milano sul caso “Zingaropoli”) ma rari anche i provvedimenti disciplinari contro i giornalisti che contravvengono al principio della non discriminazione.
D’altra parte, la promozione di cause contro i partiti politici o contro i giornalisti da parte delle organizzazioni di tutela richiede mezzi e capacità di relazione di cui non sempre queste dispongono. La speranza è che accanto al sempre più sistematico monitoraggio della propaganda razzista si affianchi anche una maggiore capacità di tutela legale.
Scarica il testo del comunicato stampa diffuso dai promotori e il testo del rapporto.
Il rapporto esprime preoccupazione per la diffusione, anche nel nostro paese, di incitazioni all’odio “razziale” nei confronti di immigrati, richiedenti asilo, rifugiati e rom sempre più presenti nel discorso pubblico politico e mediatico.
Si tratta di un passo importante nella storia del nostro paese, in cui la tutela della libertà di espressione sembra prevalere anche quando i messaggi della politica e dei media veicolano contenuti esplicitamente razzisti. Rare le sentenze di condanna in materia (ricordiamo in positivo la sentenza emessa lo scorso luglio dal Tribunale di Milano sul caso “Zingaropoli”) ma rari anche i provvedimenti disciplinari contro i giornalisti che contravvengono al principio della non discriminazione.
D’altra parte, la promozione di cause contro i partiti politici o contro i giornalisti da parte delle organizzazioni di tutela richiede mezzi e capacità di relazione di cui non sempre queste dispongono. La speranza è che accanto al sempre più sistematico monitoraggio della propaganda razzista si affianchi anche una maggiore capacità di tutela legale.
Scarica il testo del comunicato stampa diffuso dai promotori e il testo del rapporto.