È difficile scrollarsi di dosso le sensazioni che lasciano i workcamps, specialmente dopo un anno di pausa che ha impedito a molti di attraversare le strade nel mondo. Alice, nostra coordinatrice nel campo Contamina, a Peri di Dolcè, ha provato a trasmettere queste sensazioni attraverso il suo racconto appassionato!
“Tutto è iniziato la mattina dell’11 Luglio 2021, il giorno dell’arrivo dei volontari al workcamp del progetto Contamina di Hermete Coop. ONLUS che si sarebbe svolto nella frazione di Peri del comune di Dolcè, in provincia di Verona. Il progetto è finalizzato al riconoscimento di attività virtuose sociali e culturali locali di ragazzi e ragazze giovanissime in cui è coinvolta anche la comunità adulta che supporta le nuove generazioni, per la promozione del territorio dei comuni di Brentino, Belluno e Dolcè, creando nuove sinergie e investendo nella sostenibilità futura.
Data la portata del progetto, la mia esperienza di coordinatrice è iniziata con tanta ansia di non essere all’altezza, dopo tanto tempo che non gestivo un gruppo internazionale di volontariato, ma tutto si è dissolto quando sono arrivate le altre 7 persone dalla Spagna e dalla Francia, alcune più esperte e altre alla loro prima esperienza di workcamp, con cui avrei condiviso quest’avventura.
Non so come, ma subito ci sono state energie positive tra di noi. Sarà stato perché abbiamo subito fatto qualche attività di ice-breaking? Sarà stato perché abbiamo passato la prima sera al bar a vedere la partita degli Europei e a tifare per l’Italia? Sarà stato per la naturale positività dei volontari? Non so. So solo che quelle energie ci sono state dall’inizio alla fine del workcamp.
Il primo giorno abbiamo conosciuto il referente del lavoro da svolgere: Riccardo, un ragazzo attento, divertente e disponibile. Ci ha introdotto al lavoro portandoci a conoscere il percorso ciclabile che costeggia il fiume Adige, la cosiddetta “Cicladige – Ciclabile Adige Terradeiforti”, dove avremo individuato due aree verdi da sistemare come spazi di ristoro e condivisione. Perciò, abbiamo cominciato a condividere idee chiedendoci cosa sarebbe stato utile per le persone che sarebbero passate per quei due spazi della ciclabile. Di cosa avrebbero avuto bisogno? Cosa avrebbero apprezzato esteticamente? E come fare tutto ciò in modo sostenibile?
Disegnata la prima bozza di progetto, abbiamo deciso che:
– in un’area avremmo messo un tavolo da pic nic con le panche per sedersi, un box per il booksharing, un cestino per i rifiuti;
– nell’altra area, già attrezzata con un tavolo da pic nic e una struttura dove parcheggiare le bici, ci sarebbero stati un perimetro per delineare una piccola zona condivisa dove coltivare piantine aromatiche.
Il piccolo, ma impegnativo, progetto andava presentato davanti al sindaco e a due assessori della giunta del Comune di Dolcè: una grande responsabilità. Così, io e Riccardo abbiamo voluto lasciare al gruppo l’ideazione di una loro personale presentazione mettendo in gioco le proprie capacità. Con grande sorpresa, grazie alle conoscenze grafiche di una partecipante, sono riusciti a creare una presentazione su Canva incredibile!
Così, quando abbiamo avuto tutto pronto ed organizzato, siamo andati al Comune con le bici che, tramite il progetto Contamina, ci sono state messe a disposizione dalla realtà locale “Gabanel”.
Dopo l’approvazione del progetto e la tanta felicità, ci siamo messi veramente a lavorare tutte le mattine, anche sotto il sole, ma sempre con la musica accesa, per poter costruire l’attrezzatura per le due aree. Ognuno ha lavorato al massimo delle sue possibilità e ogni giorno è stata una soddisfazione per tutti e tutte: non c’è nulla di meglio che vedere la propria idea prendere forma e diventare realtà!
Il resto delle nostre giornate le abbiamo vissute in bici per la Val d’Adige. La bici era il nostro unico mezzo per raggiungere qualsiasi posto volevamo: il supermercato per fare la spesa, l’Azienda Agricola Albino Armani di Dolcé dove abbiamo scoperto l’importanza della promozione di determinati prodotti locali e la passione di chi li promuove, i comuni vicini a Peri per scoprire la ricca storia della Valle, infine il Lago di Garda dove abbiamo condiviso una giornata di relax e di tante risate insieme ad un gruppo di un altro workcamp di Lunaria ospitato proprio dall’associazione Hermete nel comune di Fumane!
Nel primo weekend libero, abbiamo voluto visitare Verona e poi alcuni del gruppo si sono cimentati in un’escursione particolarmente ardua: hanno salito 1500 gradini per raggiungere il santuario della Madonna della Corona, un santuario in un incavo del monte Baldo. Non posso descrivervi la stanchezza, la bellezza e l’incredibile soddisfazione che avevano addosso i ragazzi e le ragazze al ritorno!
Abbiamo anche conosciuto la “Drift Valley”, un’associazione sportiva che organizza gare tra giovanissimi che guidano un trike. Una specie di triciclo super avanzato, niente di quel che si possa immaginare! In realtà è uno sport molto complesso e super interessante da praticare e lo abbiamo capito quando i ragazzi dell’associazione ci hanno permesso di provare a guidare il loro trike facendoci scendere da una piccola discesa vicino la nostra casa! Adrenalina a mille!
Ogni giorno c’è stato sempre qualcosa da fare e ognuno si è preso cura dell’altro rispettando gli spazi personali, proponendo giochi di società per la sera, organizzando tra di noi piccoli eventi alla scoperta della propria cultura, invece di fare un’unica serata interculturale…
E così, si è creata una piccola famiglia.
La parola “famiglia” è una parola importantissima, ma è stata detta più e più volte dai volontari. Per me era composta da giovani volenterosi e volenterose di impegnarsi in tutto, valorizzando la propria personalità ed è ciò che penso anche dell’associazione Hermete, che con progetti come quello di Contamina, crea sinergie nuove, coinvolge i giovani e valorizza il territorio costantemente e concretamente. Lo penso anche di Lunaria che da 30 anni circa dimostra la forte capacità di riconoscere il valore di queste attività e le porta avanti nonostante le grandissime difficoltà di questo anno e mezzo di pandemia.
Sono grata per tutto ciò che ho vissuto in quest’avventura e sento che il mio zaino dell’esperienza si è arricchito di tantissime cose che porterò con me per sempre.”