Sei povero? Non puoi permetterti di pagare canoni di affitto ormai alle stelle né tanto meno di comprare una casa e osi occupare un immobile? Sei una persona migrante priva di un titolo di soggiorno e magari sei detenuto in un Cpr? Osi protestare contro la costruzione di grandi opere che consideri inutili e dannose? Oppure organizzi o partecipi a un blocco stradale per rivendicare i tuoi diritti sul lavoro?
Se ti trovi in una di queste condizioni sei un soggetto pericoloso.
E’ questo il messaggio politico e culturale contenuto nel DDL. n.1660 “Disposizioni in materia di sicurezza pubblica, di tutela del personale in servizio, nonché́ di vittime dell’usura e di ordinamento penitenziario” approvato alla Camera alcuni giorni fa, ora in discussione al Senato. Un ddl dall’impianto crudelmente repressivo, concepito non per renderci più sicuri, ma al contrario per attaccare i diritti delle persone più vulnerabili e criminalizzare ogni forma di dissenso e di opposizione sociale.
Questo e non altro significano le norme contenute nel DDL che introducono una nuova forma di Daspo giudiziario; trasformano il blocco stradale in un illecito penale punibile con pene fino a due anni di reclusione; prevedono la possibilità per gli agenti di polizia di detenere una seconda arma oltre a quella di ordinanza e di usarla fuori servizio; puniscono la resistenza (anche passiva) e la violenza contro agenti di polizia con pene fino a sette anni e le rivolte nelle carceri e nei Cpr con pene che possono arrivare, in caso di morte o lesioni gravi, anche ai venti anni di reclusione. Una norma, non a caso definita “anti-rom”, stabilisce che le donne madri o in gravidanza devono stare in carcere. E si prevede persino che per acquistare una carta Sim i cittadini stranieri “extracomunitari” debbano essere titolari di un permesso di soggiorno.
L’impianto di questa nuova iniziativa legislativa è esplicito e ostentato: l’obiettivo non è quello di renderci più sicuri, ma di propagandare come norme sulla sicurezza disposizioni dalla chiara matrice autoritaria.
Se il DDL sarà approvato, saremo meno liberi, più insicuri e più ricattabili.
Non è possibile accettare che questo avvenga con il nostro silenzio.
Non abbiamo bisogno di più armi in giro né di maggiori sanzioni penali. La nostra idea di sicurezza è quella sociale: più scuole, più case popolari, il freno alle speculazioni immobiliari, rafforzamento del sistema sanitario pubblico e dei servizi di assistenza sociale, progetti educativi, culturali e sociali per prevenire l’esclusione sociale. Ma di questo Governo non intende occuparsi.
Per questo saremo in piazza domani alle 16.30 presso Piazza Vidoni (Roma) per chiedere che il Senato si fermi e non approvi una norma che pregiudicherebbe in modo gravissimo il diritto di eguaglianza e di non discriminazione, di comunicare liberamente e con riservatezza, di manifestare il proprio pensiero e il proprio dissenso.