Scopri come è andato il secondo scambio interculturale di Oasis, tenuto a dicembre presso la “Casa Laboratorio Il Cerquosino” a San Faustino ad Orvieto!

Il progetto OASIS è un’iniziativa realizzata grazie al programma di finanziamento Erasmus+ che mira a sviluppare competenze nella costruzione della pace e nella gestione dei conflitti. È rivolto a giovani provenienti da diversi paesi europei, per favorire lo scambio interculturale e la cittadinanza attiva.
Durante tutto il progetto, sono state utilizzate attività di educazione non formale, tecniche teatrali e diversi laboratori mirati a sensibilizzare sui temi della pace e della gestione dei conflitti, incoraggiando la collaborazione e l’apprendimento reciproco.
Abbiamo chiesto a Claudio di raccontarci come è andata la sua esperienza durante lo scambio interculturale giovanile… Ecco cosa ci ha raccontato:
L’esperienza dello scambio interculturale
OASIS Youth Exchange si è tenuto fra il 5 e il 14 Dicembre presso La Casa Laboratorio Il Cerquosino, una piccola casa calda e accogliente immersa nella natura vicino a Orvieto.
I temi principali che abbiamo affrontato, sono stati la costruzione della pace, la gestione e la risoluzione dei conflitti.
I primi giorni dello scambio abbiamo fatto tante attività di educazione non formale e tante attività di teatro per conoscere meglio i temi da affrontare. Negli ultimi due giorni, i e le facilitator3 hanno chiesto a noi partecipanti di creare dei laboratori utilizzando tutto quello che avevamo imparato nei giorni precedenti.

Siamo stat3 divis3 in 4 gruppi di 4-5 persone ciascuno. Ogni gruppo ha indagato uno specifico argomento creando un laboratorio da sottoporre al resto del gruppo, inclus3 facilitator3.
Per esempio un gruppo ha creato una canzone sulla pace, promuovendo unione e collaborazione. Un altro, invece, ha proposto una scenetta teatrale che metteva in evidenza il problema della violenza talvolta presente all’interno delle famiglie. Il terzo gruppo ha proposto un laboratorio dove hanno chiesto una domanda sulla pace. Noi abbiamo risposto scrivendo un concetto chiave o con una parola su un grande cartellone. Quel cartellone era la rappresentazione di cosa significava per noi la pace. Infine, il quarto gruppo ha realizzato una coreografia di ballo che ha incluso anche i e le ballerin3 meno espert3 o coraggios3!
Cosa è stato per me lo scambio di OASIS
Questo Youth Exchange, per me, è stato un vero successo.
Tra le tante attività che abbiamo fatto insieme, non ce n’è stata una che mi abbia deluso. Ogni attività aveva il suo senso e il suo perché. Man mano che passavano i giorni, capivo cose nuove che mai avrei imparato senza questa esperienza.
Vorrei farvi una domanda: secondo voi quanto è facile scambiare la parola “conflitto” con la parola “violenza”? Ve lo dico io: molto facile, perché la differenza alla volte è davvero sottile.
L’ho capito quando, durante un’attività, abbiamo messo in scena una situazione normale come se fossimo al ristorante. Abbiamo fatto finta di essere seduti al tavolo e all’inizio eravamo tranquilli mentre fingevamo di aspettare il cibo.
Nella scena dopo, abbiamo fatto dei gesti infastiditi e aggressivi contro il cameriere.
Dopo aver assistito alla scena, abbiamo ragionato che il nostro modo di comunicare con il cameriere, involontariamente, è sembrato quasi minaccioso e violento. Mi ha stupito tantissimo.
Quante volte nella nostra vita abbiamo visto delle persone discutere animatamente e degenerare in minacce? Molte.
La rabbia che ti prende quando sei in conflitto, talvolta può portarti alla violenza.
Ma in realtà, grazie a questa esperienza, ho capito che il conflitto non deve essere necessariamente violento, ma può essere anche una possibilità per arrivare alla pace. Per me è una situazione che si trova tra la violenza e la pace. Sta a noi decidere come gestirla.
Questo progetto mi ha fatto riflettere molto su questo genere di cose, perché anche se ci si sforza, la pace è difficile da ottenere.
Altre domande che mi hanno colpito di più durante il percorso sono state:
- “Come ti immagini la pace?”
- “Cosa è giusto per te e cosa è giusto per gli altri?”
- “Come reagisci davanti a un conflitto?”

Oltre alle attività svolte, non possono mancare le relazioni che si coltivano con persone di altre culture. Non c’è stato un attimo in cui io mi sia annoiato a parlare con gli altri; ogni loro storia era interessante e così diversa dalle altre.
Le ultime cose che vorrei dire, riguardano la location e la cucina.
La location era bellissima, una casetta immersa nel verde. Ne ho approfittato, insieme agli altri, per esplorare un po’ la foresta e il sentiero che portava a un fiume lì vicino.
Riguardo alla cucina, si mangiava benissimo: ogni giorno piatti nuovi e interculturali e non mancava mai un bel piatto di pasta all’italiana. Lasagne, paste, pizza e persino il sushi!
Che dire, l’esperienza è stata veramente bella e, come ogni altro Erasmus che ho fatto, ha lasciato un segno dentro di me.