Come si comportano i media tradizionali quando parlano delle migrazioni e delle persone con background migratorio? Quanto sono presenti le persone razzializzate e con background migratorio nelle redazioni? Vi sono o no problemi di accesso alla professione giornalistica?
Sono alcune delle domande che attraversano il report Informazione diseguale. L’invisibilità delle persone migranti, rifugiate e razzializzate nei media in Italia, realizzato nell’ambito del progetto MILD dall’Associazione Carta di Roma e Lunaria APS. Il rapporto presenta i risultati di uno studio condotto grazie alla realizzazione di 19 interviste a giornalisti e giornaliste dei media tradizionali (11) e esponenti della società civile (8), tra associazioni e media alternativi.
Il problema dell’accesso alla professione giornalistica da parte delle persone razzializzate e con background migratorio è uno dei temi ricorrenti nelle interviste. Le persone con background migratorio presenti nelle redazioni sono ancora poche: tra le ragioni, vi sono dei pregiudizi ancora radicati nei confronti delle persone razzializzate, le barriere sociali ed economiche e l’assenza di relazioni sociali consolidate particolarmente rilevanti in questo ambito.
L’accesso non è l’unico problema. Una volta entrate nelle redazioni, le persone con un background migratorio sono esposte a una sorta di ghettizzazione tematica: giornalisti e giornaliste con background migratorio raramente compaiono in video e sono prevalentemente chiamate ad occuparsi di migrazioni e lo stesso accade alle persone razzializzate che sono invitate come esperte esterne a scrivere sui quotidiani o a intervenire in televisione.
Il rapporto, non si limita ad interrogarsi su chi narra, ma anche su come vengono narrate le storie delle persone migranti. Se da un lato i temi ricorrenti nelle notizie e nei servizi televisivi, non mostrano grandi novità rispetto al passato (connessione delle migrazioni con la criminalità, l’insostenibilità della spesa sociale, l’inconciliabilità culturale e religiosa), a ipostatizzare la narrazione vi è anche la scelta degli interlocutori: gli esponenti politici hanno maggiore visibilità rispetto alle persone direttamente coinvolte. Se ciò sembra derivare da come in Italia in generale i media si relazionano con la politica, le narrazioni relative ai fenomeni migratori e alle persone di origine straniera, spesso fanno da cassa di risonanza alla propaganda politica.
Il rapporto avanza anche alcuni suggerimenti per innescare un cambiamento. Fra questi risultano di particolare rilevanza:
- La formazione rivolta a giornalisti, giornaliste e professionisti e professioniste della comunicazione, ma anche spazi laboratoriali che coinvolgano le direzioni delle testate.
- L’adozione di policy paritarie di reclutamento che permettano l’assunzione di personale libera da stereotipi e pregiudizi (un esempio i curricula anonimizzati)
- La diffusione di esperienze di community journalism, che consentono alle persone razzializzate e con background migratorio di raccontarsi mediante la facilitazione di giornalisti e giornaliste, attraverso un metodo di lavoro partecipato che segue il principio del “parlare con” e non del “parlare di”.
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Associazione Carta di Roma
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Lunaria APS
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